Commemorazione di tutti i Santi e dei cari defunti – Discorso del Sindaco
Rivolgo un caloroso saluto a Sua Ecc. Mons. Domenico Cornacchia, Vescovo della nostra Diocesi, alle autorità civili, militari e religiose, alle forze dell’ordine, ai rappresentanti delle forze politiche cittadine, alle associazioni combattentistiche e d’arma e a tutti i cittadini presenti, che hanno voluto partecipare a questa cerimonia commemorativa. Oggi la Chiesa celebra tutti i santi, coloro che hanno vissuto in modo esemplare, diventando modelli di virtù e di fede per ognuno di noi; per questo motivo il 1° Novembre è un momento di riflessione, gratitudine e ispirazione.
In un mondo spesso frenetico e confuso, i santi ci ricordano l’importanza di vivere con integrità, amore e compassione. Le loro storie ci parlano di coraggio e di fede, di scelte difficili e di sacrifici, ma anche di gioia e di speranza. I Santi che oggi celebriamo, sono un richiamo per tutti noi a cercare la santità nei piccoli comportamenti quotidiani.
Non è necessario compiere grandi miracoli per essere santi, bastano gesti di gentilezza, comprensione, perdono e solidarietà.
Ogni atto di amore, ogni parola di conforto, ogni gesto di fratellanza ci avvicinano all’ideale di santità. Oggi, in questo luogo a noi tanto caro, vogliamo celebrare la memoria di chi non è più con noi fisicamente, ma continua a vivere nella nostra memoria. Persone che hanno avuto un ruolo significativo nella nostra vita, il cui ricordo continua a ispirare il nostro cammino quotidiano.
Tutti abbiamo una persona cara che è venuta a mancare ed in questo giorno, più che in altri, le rivolgiamo un pensiero.
Il ricordo è uno spiraglio di luce nei momenti di sconforto, un sostegno per affrontare le difficoltà della perdita. Il ricordo ci aiuta a rammentare chi erano e cosa ci hanno insegnato: la loro forza, la loro saggezza, il loro amore incondizionato, soprattutto quando si tratta di genitori, figli, fratelli, sorelle, persone con le quali abbiamo percorso insieme un pezzo importante della nostra vita.
È tradizione, in questo giorno, portare fiori sulle tombe dei nostri defunti, il crisantemo in particolare, che rappresenta la spiritualità e immortalità dell’anima. La cura che noi tutti dobbiamo avere per questo luogo, è un gesto d’affetto per i nostri cari. Ogni qual volta vediamo un vialetto o uno spazio disadorno, rovinato, pensiamo a come fare per poterlo migliorare. Ci stiamo impegnando per risolvere pian piano tutte le problematiche esistenti. Celebriamo la commemorazione dei defunti ricordando quest’oggi anche i caduti di ogni guerra, con la consapevolezza che i conflitti di ieri, come quelli di oggi, sono solo fonte di morte, distruzione, desolazione e miseria. Le immagini che guardiamo ogni giorno in TV ci fanno capire quanto sbagliata sia ogni guerra, quanta sofferenza produca alle popolazioni che ne sono coinvolte. È straziante vedere il coinvolgimento di bambini innocenti colpiti da armi da fuoco.
Penso alla guerra Russo/Ucraina, al conflitto Israelo/Palestinese che ci tengono col fiato sospeso, ma anche agli altri conflitti presenti nel mondo dove quotidianamente si vive un teatro di morte e distruzione. Noi abbiamo una grande responsabilità. Il nostro futuro dipende dai nostri continui comportamenti. Tutti dobbiamo mettere al centro del nostro agire quotidiano il bene comune.
Questa giornata ci deve ricordare che il modo migliore per commemorare degnamente i nostri defunti e i nostri caduti in guerra è impegnarci ogni giorno, nel nome dei diritti ma anche dei doveri di ognuno di noi, diritti e doveri contenuti negli articoli della Costituzione italiana. Ai giovani, che sono il nostro futuro, chiediamo di custodire e difendere con orgoglio la Costituzione, affinché rimanga sempre il pilastro fondamentale della democrazia, della dignità e del rispetto di tutti i cittadini.
La guerra, qualsiasi guerra, è una esperienza da non ripetere. È scritto nella nostra Costituzione: “l’Italia ripudia la guerra come strumento per risolvere le controversie internazionali e come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”. Nei momenti difficili, in noi italiani emergono i valori dell’amicizia, della condivisione, dell’essere uniti, sentimenti che sono profondamente radicati nella nostra gente. Questi valori e questi sentimenti di pace e solidarietà devono essere sempre vivi in noi, specialmente in questo periodo storico così delicato.
Ogni qual volta si ricorre alla violenza per risolvere un conflitto e perde la vita una persona, ne usciamo sconfitti. Il dialogo, il confronto, non possono lasciare spazio all’aggressione fisica o verbale, né è possibile costruire il proprio futuro soffocando la libertà altrui con ideologie che rifiutano ogni diversità, considerandola una minaccia. Dobbiamo tornare a professare noi tutti la pace, un sentimento che deve pervadere le nostre vite nell’agire quotidiano. Dobbiamo dare l’esempio. Il conflitto non porta prosperità ad un popolo ma miseria e morte.
Che la luce dei santi continui a illuminare il nostro cammino. Nel ricordo dei nostri cari defunti, diventiamo tutti operatori di pace.
Vi saluto con una frase di Madre Teresa Di Calcutta: “Cosa puoi fare per promuovere la pace nel mondo? Vai a casa e ama la tua famiglia!”
Già, perché è innanzitutto dal proprio nucleo abitativo che deve partire la pratica della pace. Chi sta in pace con se stesso e con i propri cari, può promuovere pace in tutto il mondo.
Auguri di cuore a voi tutti